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La leggenda del Mulino di Sotto

Leggenda Mulino di Sotto

C’era una volta, nel piccolo villaggio di Pantigliate, un mulino conosciuto come il Mulino di Sotto. Questo mulino, guidato da un mugnaio saggio e rispettato di nome Giovanni, produceva una farina di valore con un grano antico, prodotto da un podere fuori dalle mura. La farina del mulino era famosa per la sua e bontà, nutrendo il corpo e l’anima degli abitanti del villaggio.

Pantigliate era conosciuto proprio per il patrimonio di armonia, saggezza e salute dei suoi abitanti, che avevano costruito intorno al mulino un tessuto sociale unico nel territorio.

Giovanni era un uomo di mezza età, con capelli grigi e occhi profondi che riflettevano anni di esperienza e saggezza. Era noto per il suo cuore gentile e la sua dedizione al lavoro, sempre pronto ad aiutare chiunque avesse bisogno. La sua bontà era così grande che le persone lo consideravano una guida spirituale, un faro di speranza in tempi difficili.

Un giorno, un’ombra oscura si avvicinò al mulino. Era il male in persona, sotto le sembianze di un uomo elegante e affabile di nome Mephisto. Gl’inferi erano in agitazione perché le anime di Pantigliate, grazie alla qualità della vita e all’armonia sociale data da un lungo periodo di pace, non venivano mai assegnate ai luoghi perduti dell’inferno.

Con un sorriso diabolico, Mephisto si presentò al mugnaio. Alto e snello, con occhi freddi e penetranti che sembravano scrutare l’anima. Ogni suo gesto e parola erano carichi di una sottile minaccia, avvolti in un’aria di falsa cortesia.

Mephisto: “Buon giorno, Giovanni. Ho sentito meraviglie della tua farina. Ma ti sei mai chiesto cosa potrebbe accadere se producessi un grano speciale, capace di influenzare le anime delle persone? Immagina il potere che potresti avere!”

Giovanni: “Cosa intendi dire, straniero? La mia farina è antica e serve a nutrire i miei compaesani. Non ho bisogno di potere.”

Mephisto: “Ah, ma il potere è una cosa dolce, caro Giovanni. Con il mio grano modificato, potresti rendere le anime delle persone fragili facilmente manipolabili. In cambio, io ti offro ricchezze e gloria senza fine.”

Giovanni guardò Mephisto con occhi penetranti. Sapeva che dietro quelle parole allettanti si nascondeva un male profondo.

Giovanni: “Non cederò mai al tuo gioco. Il mio mulino serve il bene del villaggio, non il male.”

Mephisto: “Povero, illuso Giovanni. Non vedi quanto sia difficile la vita? Quanto tu stesso potresti beneficiare di ciò che ti offro? Basta una parola e tutto ciò che desideri sarà tuo.”

Giovanni: “Preferisco vivere con poco ma con la coscienza pulita, piuttosto che avere tutto e perdere la mia anima e quella dei miei compaesani.”

Mephisto, vedendo che le sue parole non riuscivano a scalfire la determinazione di Giovanni, decise di aumentare la pressione.

Mephisto: “Sai, Giovanni, che il futuro del tuo mulino è incerto. Le carestie, le tempeste… il destino può essere crudele. La mia offerta potrebbe garantirti una vita senza preoccupazioni.”

Giovanni sospirò. Sapeva che cedere significava tradire tutto ciò in cui credeva. Con un peso nel cuore, prese una decisione.

Giovanni: “Mephisto, capisco che non te ne andrai senza una risposta definitiva. Perciò, venderò il mio mulino, ma non a te. Lo cederò a qualcuno che continuerà la mia opera nel bene.”

Mephisto rise beffardamente.

Mephisto: “Vendere il mulino? A che scopo? Senza di te il tuo mulino sarà dimenticato.” … e si allontanò quanto basta per farsi ammirare nella sua oscura grandezza.

Giovanni: “Non mi fai paura. Preferisco che il mulino sia dimenticato piuttosto che cadere nelle tue mani. I sani principi costano cari, ma ne vale sempre la pena.”

Mephisto rabbioso, con un incantesimo maligno, fece in modo che nessuno potesse acquistare il mulino. Le voci si diffusero e la gente si allontanò, lasciando il Mulino di Sotto a cadere in rovina. Tuttavia, Giovanni, pur consapevole del triste destino che attendeva il suo amato mulino, non si perse d’animo.

Giovanni urlando al vento che soffiava minaccioso sul villaggio: “Mephisto, puoi costringermi a vendere il mulino al nulla, ma lo spirito del bene continuerà a vivere. Un giorno, qualcuno tornerà a produrre buon grano e a seminare anime e cultura. Allora, il mulino tornerà a lavorare e diventerà il più grande tesoro della comunità.”

Con queste parole, il buon spirito guida di Giovanni infuse il mulino di una speranza eterna. E così, il Mulino di Sotto rimase silente, ma non dimenticato. In attesa del giorno in cui, grazie alla dedizione e alle buone idee, qualcuno avrebbe riportato la luce e la prosperità a quel luogo.

Così Giovanni perse il suo amato mulino, ma salvò le anime del villaggio, dimostrando che la vera felicità risiede nel fare la cosa giusta, indipendentemente dal prezzo da pagare.

Deborah Esposito –  EVF

 

E se il Mulino di Sotto tornasse al suo splendore ?
Noi di EVF  abbiamo un progetto  per la sua rinascita e lo abbiamo censito come luogo del cuore. Servono tanti voti , Vota anche tu e spargi la voce.

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