Abbigliamento Brocchieri è un’attività a conduzione familiare nata a Pantigliate nel 1967. Si trova in Via Risorgimento 47. Da oltre 50 anni offre una selezione di abiti di qualità, servendo i paesi del Sud Est Milano.
Ci accoglie il giovane Daniele, che con dovizia ci spiega il prodotto a noi interessato e ci parla della qualità degli abiti in saldo.
Conosciamo successivamente il Signor Domenico, ci racconta della storia della sua attività, dell’importanza dei tessuti e degli abiti sartoriali.
La scelta dei brand avviene nell’ottica della celebrazione dell’eccellenza italiana, prediligendo il “Made in Italy”. Viene proposto un connubio di tradizione e influenze contemporanee: dai modelli intramontabili ai tagli moderni, per abbracciare una clientela variegata e sempre alla moda.
L’abito diventa così un simbolo di identità e riconoscimento, sia all’interno che all’esterno delle comunità pantigliatese.
Con svariati significati, la storia degli abiti si intreccia inevitabilmente con la cultura e le tradizioni locali, portando così a far nascere stili e significati di abbigliamento diversi gli uni dagli altri.

L’onorificenza dell’Ambrogino D’oro ricevuta dall’ Abbigliamento Brocchieri ai tempi del Sindaco Albertini, parla di un’attenzione unica ai tessuti, un settore che fonde sapientemente tradizione e innovazione, fatto di trame e colori, di bellezza e benessere ma anche di rivoluzione tecnologica che oggi permette di ridefinire il rapporto con gli abiti e i materiali che ci circondano.
E mentre parliamo dei tessuti, del viaggio tra passato e futuro guardando com’era un tempo la vetrina dell’attività e della nostra Pantigliate, il “filo” del discorso approda ad argomenti profondi, del quando l’invisibile faccia la differenza. No, non stiamo parlando delle nanotecnologie in grado di creare tessuti antimacchia o di degradare sostanze nocive.
Ci riferiamo alla conoscenza necessaria e del senso del portare un “abito” come metafora del ruolo sociale e famigliare che tendenzialmente abbracciamo nel quotidiano. Il filo, un senso, un’identità che per essere abbracciata nella sua totale assenza animica, chiede di ‘spogliarsi’ del tessuto pre-acquisto, fatto di intrecci, aggregati non più funzionali.

Tra tessuti intelligenti, capaci di regolare la propria temperatura in base al clima, che cambiano colore in risposta alla luce solare, e il successo della produzione di fibre tessili morbidi e resistenti dagli scarti della lavorazione delle arance o dalle foglie di ananas, creando materiali sorprendentemente morbidi e resistenti, il ritorno ai tessuti naturali che ridanno nuova vita a canapa, lino e fibre vegetali oggi vivono una seconda giovinezza. E con loro, anche noi riviviamo nuovamente la nostra cittadina ritornando alle immagini evocative del passato.

Giada De Marni – EVF