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Chiesa di Sant’Enrico

La parrocchia di Sant’Enrico è stata istituita nel 1966, per volontà degli arcivescovi Montini e Colombo e con il sostegno dell’ENI, che nella dedica a Sant’Enrico imperatore hanno voluto ricordare il Presidente Enrico Mattei, tragicamente scomparso pochi anni prima.

La volontà di Mattei fu quella di creare una “chiesa in mezzo al villaggio”.
A Bolgiano, infatti, crescevano nuovi insediamenti, soprattutto le abitazioni per dipendenti ENI, e la chiesa di Santa Scolastica non era più sufficiente ad accoglierli tutti.

Se la storia della parrocchia di Sant’Enrico è quindi molto breve, non così si può dire per il territorio sul quale venne edificata. In effetti l’area faceva parte della Pieve di San Donato, di cui si hanno notizie documentate fin dal X secolo, che vide sorgere prima dell’attuale chiesa di Sant’Enrico, due oratori: San Michele a Monticello e San Luca a Bolgiano (oggi Santa Scolastica, di pertinenza della parrocchia di Sant’Enrico dal 1966).
Il progetto della chiesa è di Ignazio Gardella.
Mini-guida
Edificata nel 1963 e a navata unica, è costruita in cemento armato a vista; la sobrietà degli esterni coincide con quella dell’interno dell’edificio, dove prevalgono materiali semplici e naturali, come il rivestimento in pietra del pavimento e le liste ignee del soffitto.
La superficie coperta è di 1.300 metri quadri, mentre il calpestio è pari a 1.050 metri quadri

Nel dettaglio:

La chiesa di Sant’Enrico a Metanopoli ha un impianto a navata unica, di larghezza variabile in funzione di una planimetria a riseghe che ne ampliano la percezione dimensionale. Una soluzione rigorosa e semplice, in linea con le scelte compiute da Gardella per questo edificio sacro: le facciate, concluse da un tetto a capanna in leggero sporto, sono rivestite alla base con lastre di pietra bianca di Vicenza che poi, all’altezza del portale e poco sotto la croce che adorna il fronte principale, disegna due sottili giunti orizzontali posti a contrasto con le superfici in cemento a vista. La principale fonte d’illuminazione interna è costituita da feritoie orizzontali, continue lungo tutto il perimetro del tempio, che corrono sopra il basamento e all’intradosso del soffitto contribuendo a far galleggiare visivamente nel vuoto le scarne pareti. La struttura del tetto, realizzata in legno, è lasciata a vista e ben si accorda all’aura pauperistica della pavimentazione in pietra. Dietro l’altare, posizionato al culmine dell’asse simmetrico attorno a cui si sviluppa la pianta, è collocato un corpo minore, più basso, che contiene i servizi accessori alla funzione liturgica quali la canonica e la sacrestia.

Fonte: Cenni Storici – RecSando