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Castello di Carpiano
Cascina Castello di Carpiano: Storia e Patrimonio
Introduzione
Il Castello di Carpiano, situato nel comune omonimo nei pressi di Milano, è un affascinante complesso storico che si distingue per la sua storia intricata e i suoi dettagli suggestivi. Da una postazione militare nel XI secolo a una grangia fortificata nel XVI secolo, il castello ha attraversato diverse epoche mantenendo la sua rilevanza storica.
Storia
Origini e Affido ai Certosini (XI-XVI secolo)
Nel 1200, sotto la protezione dei Visconti, i Certosini iniziarono la bonifica di Carpiano, sfruttando le acque del Lisone. Le terre furono confiscate alla famiglia Pusterla, e il castello passò ai Certosini nel XIV secolo. Inizialmente in gestione a fittavoli, divenne convento e sede amministrativa.
Le Marcite e la Gestione dei Certosini (XII-XIV secolo):
Grazie alla presenza dei Certosini, Carpiano divenne un centro di bonifica, introdussero tecniche innovative come quelle delle marcite, contribuendo significativamente allo sviluppo del territorio. Le marcite sono terreni allagati appositamente per migliorare la fertilità del suolo.
Il Tragico Episodio dei Pusterla (XIV secolo)
Nel corso del XIV secolo, Franciscolo Pusterla, precedentemente affidato alla gestione del castello, fu accusato di congiurare contro Luchino e Giovanni Visconti. In un inganno crudele, fu decapitato insieme alla moglie, ai figli e ad altri parenti. Questo episodio portò alla confisca dei loro beni, tra cui le cascine di Carpiano, assegnate alla Certosa di Pavia.
Cambio di Proprietà e Adattamenti (XVI-XIX secolo)
Dopo il periodo di massimo splendore nel XVI secolo, i Certosini concessero in affitto il castello a famiglie locali. Nel 1781, con la sottomissione del Ducato di Milano all’Impero Austriaco, gli ordini religiosi furono sciolti. Nel 1782, l’imperatore Giuseppe II donò il castello al generale Giovanni Alessandro Brambilla. Successivamente, passò al Conte Giacomo Mellerio, ai Luoghi Pii Elemosinieri, e poi all’attuale proprietario II.PP.A.B.
Epoca Contemporanea (XIX-XXI secolo)
Nel XIX secolo, il castello fu adattato alle attività agricole e casearie dell’epoca, subendo modificazioni significative. Nel 1962, il Ministero della Pubblica Istruzione lo dichiarò di “interesse particolarmente importante”, imponendo vincoli di salvaguardia. Nel corso del XX secolo, il castello ha continuato a essere preservato e adattato per soddisfare le esigenze contemporanee.
Architettura e Strutture
Struttura Fortificata
Il castello, originariamente una postazione militare, fu trasformato dai Certosini in una grangia fortificata con forma rettangolare e quattro torri angolari. La loggetta sulla torre sud-ovest, le decorazioni in marmo, e gli affreschi ancora visibili testimoniano la maestosità dell’architettura.
Per un periodo di circa cinquant’anni, il castello è stato dato in gestione a fittavoli, ma successivamente i Certosini hanno iniziato ad abitarlo direttamente, trasformandolo in un convento. Possedere queste terre non significava solo gestire e sfruttare i terreni agricoli circostanti, ma anche controllare l’intero borgo di Carpiano, compresi edifici come case, botteghe, e professionisti vari come fabbri, falegnami, muratori e fornaciai. Queste proprietà generavano entrate cospicue attraverso affitti perpetui.
Con l’aumentare della potenza economica di Carpiano, il castello non serviva solo come sede amministrativa e organizzativa, ma si trasformava anche in un centro agricolo di notevole importanza. Durante la Battaglia dei Giganti nel 1515, il castello subì danni dovuti al passaggio e alla permanenza delle truppe nel territorio. Tuttavia, tra il 1544 e il 1549, fu oggetto di ristrutturazioni e fortificazioni che ne aumentarono lo splendore. In questo periodo, divenne una grangia, una cascina fortificata, arricchita da affreschi e sculture, alcune delle quali provenienti dalla Certosa di Pavia. La struttura che vediamo oggi riflette in parte questa trasformazione storica.
Sale e Decorazioni
Le sale del castello, dipinte con colori bianco e rosa, presentano affreschi in buono stato. La ghiacciaia con copertura a cupola, le sale con copertura voltate a crociera, e le sale particolari al piano terreno, come la foresteria e le stalle, sono ancora visibili e ben conservate.
Cronologia degli Interventi
- 1549: Ricostruzione del castello nella sua forma originale.
- XVI secolo: Realizzazione delle decorazioni in marmo di Candoglia e degli affreschi.
- 1549-1782: Di proprietà di Gian Galeazzo Visconti e donato ai Padri Certosini.
- 1590-1615: In affitto alla famiglia De Castellatis.
- 1782: Di proprietà dell’Imperatore Giuseppe II d’Austria.
- 1782-1830: Di proprietà degli estinti baroni Brambilla di Carpiano.
- 1830-1847: Di proprietà del Conte Giacomo Mellerio.
- 1847-1859: Di proprietà dell’Amministrazione del Legato Pio Mellerio.
- 1859-1867: Di proprietà dell’Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano.
- 1863-1874: In affitto a Carlo Peroni.
- 1863-1864: Realizzazione della Casirola del latte e del formaggio.
- 1867-1900: Di proprietà dell’Onorevole Congregazione di Carità.
- 1900-oggi: Di proprietà dell’II.PP.A.B., ex E.C.A. ed ex Onorevole Congregazione di Carità.
- 1874-1919: In affitto alla famiglia Valvassori Peroni.
- 1919-1963: In affitto ai fratelli Radaelli.
- 1953-1980: Sistemazione e manutenzione edifici da parte dell’E.C.A ed opere di riparazione e realizzazioni di tre appartamenti nella vecchia foresteria.
- 1963-oggi: In affitto ai fratelli Negroni.
- 1990: Rifacimento totale del manto di copertura e realizzazione delle nuove stalle del castello.
- 1991-2006: Opere di manutenzione generale.
Attualità e Conservazione
Nel corso del XX secolo, il castello è stato adattato e conservato, subendo interventi come il rifacimento totale del manto di copertura nel 1990 e opere di manutenzione generale dal 1991 al 2006. Attualmente, è in affitto ai fratelli Negroni.
Il Castello di Carpiano, con la sua storia completa e dettagliata, rappresenta un patrimonio culturale unico, testimone di epoche passate e della resilienza nel preservare la memoria storica.
Scheda redatta da Fabrizio Cremonesi per EVF