LE CONCHE VINCIANE NEL TERRITORIO DI ECOMUSEO DELLA VETTABBIA E DEI FONTANILI
Sommario
PREMESSA
Il Navigio Pavese nasce a Milano e collega il capoluogo lombardo alla città di Pavia, coprendo un dislivello di 56,6 metri. La differenza di quota è colmata in parte dall’inclinazione del fondale e in parte dalla presenza di una serie di conche, due delle quali si trovano lungo il tratto di Naviglio che scorre all’interno del Comune di Milano (nonché nel territorio di Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili).
La Conchetta (sul confine tra il Municipio e il Municipio 6) e la Conca Fallata (nel Municipio 5) rappresentano le prime due delle dodici conche (di cui due doppie) che si incontrano seguendo il corso del canale, partendo dal suo incile presso la Darsena di Porta Ticinese e proseguendo in direzione Pavia.
COSA SONO E COME FUNZIONANO LE CONCHE DI NAVIGAZIONE
Una chiusa (detta anche conca di navigazione) è un sistema idraulico che consente alle imbarcazioni di superare i dislivelli che sono spesso presenti lungo i corsi d’acqua navigabili: una sorta di ascensore, diffuso non solo sui navigli lombardi ma lungo tutti i canali navigabili del mondo. Gli elementi fondamentali che costituiscono la conca sono un bacino (con il fondo collocato alla stessa quota del tratto di canale inferiore) e due sbarramenti, uno a monte e uno a valle.
Il sistema di funzionamento delle conche viene attivato quando un’imbarcazione deve passare dal tratto di canale a monte a quello a valle – e viceversa. Il natante, una volta giunto in corrispondenza del dislivello da superare, entra nel bacino di riempimento della conca, che viene chiuso su entrambi i lati.
A questo punto, nel caso in cui la navigazione debba proseguire verso il tratto superiore, viene fatta confluire l’acqua all’interno della conca, attraverso le apposite aperture, fino a raggiungere lo stesso livello del tronco a monte. Dopodiché, le porte anteriori vengono aperte al l’imbarcazione può proseguire la navigazione. Al contrario, per permette di proseguire la navigazione verso valle, si fa entrare la barca nella chiusa (dopo che il livello all’interno della conca è stato portato al pari del livello superiore) per poi abbassare il livello dell’acqua, facendo così scendere il mezzo fino al livello del tronco a valle.
LE CONCHE VINCIANE
È probabile che il sistema delle conche sia stato utilizzato per la prima volta in Europa proprio in Lombardia, all’inizio del Quattrocento; con l’arrivo di Leonardo da Vinci a Milano, questo sistema viene successivamente sviluppato e perfezionato dal geniale inventore toscano. L’attività di ricerca di Leonardo, come è noto, ha infatti riguardato i più disparati campi della conoscenza umana: dall’arte all’anatomia, fino all’ingegneria, compresi gli studi idraulici, grazie a cui ha elaborato il sistema delle cosiddette porte vinciane (progettate con disegni estremamente precisi e particolareggiati, contenuti nel Codice Atlantico).
Le porte di Leonardo, contrariamente agli sbarramenti precedentemente utilizzati nelle chiuse (che si aprivano a saracinesca) si chiudono l’una contro l’altra, formando un angolo pari all’incirca a 120 ° (comunque inferiore a 180), in modo da ottenere, se vista dall’alto, la forma della punta di una freccia. Questa forma a cuneo è grado di opporsi alla forza della corrente, scaricandone le spinte verso le pareti laterali del canale.
I battenti delle porte leonardesche sono inoltre caratterizzati dalla presenza di sportelli rettangolari, attraverso i quali, una volta aperti, viene fatta passare l’acqua, per sfruttare il principio dei vasi comunicanti, su cui si basa il funzionamento delle chiuse, facendo così salire o scendere il livello dell’acqua, consentendo ai natanti di proseguire la navigazione, alternativamente verso monte o verso valle.
LA CONCHETTA E LA CONCA FALLATA
Le storie della Conchetta e della Conca Fallata, il cui sistema di funzionamento si basa sui principi esplorati e perfezionati da Leonardo, sono legate alla lunga e travagliata vicenda del Naviglio Pavese, la cui realizzazione è stata senza dubbio più complicata e meno lineare di quella degli altri corsi d’acqua navigabili milanesi (come, per esempio, il Naviglio Grande).
Entrambe le opere sono caratterizzate dalla presenza delle porte vinciane e sono costituite da due canali distinti. Il primo corrisponde con il bacino destinato alle operazioni di salita o discesa delle imbarcazioni. Il secondo, ad esso parallelo, è necessario per garantire la portata minima dell’acqua anche durante le operazioni di concata.
La Conchetta
La Conchetta (così chiamata in quanto presenta dimensioni inferiori rispetto alla più grande Conca Fallata) è la prima conca che incontra chi segue il corso del Naviglio di Pavese provenendo dalla Darsena, da cui il canale ha origine. Si trova in via Ascanio Sforza e consente ai natanti di coprire un dislivello di 1,85 metri.
La Conchetta viene realizzata cronologicamente in un periodo successivo alla Conca Fallata. Viene introdotta allo scopo di distribuire in maniera più ottimale il dislivello tra la Darsena e la prima conca, abbassando in questo modo la quota superiore della Conca Fallata.
Lo stato attuale della conchetta è frutto di un intervento di restauro conservativo (oltre che di recupero funzionale) avviato da Regione Lombardia (e sostenuto anche dal Rotary Club) agli inizi degli Anni Duemila. Il recente restauro ha voluto restituire alla Conchetta le caratteristiche originali, sostituendo i battenti in ferro con porte vinciane in legno (più simili alle originali) e ricostruendo, sulla base del casello di servizio presente presso la Conca di San Marco, la caratteristica edicola ottagonale in mattoni (originariamente destinata al guardiano delle acque).
La Conca Fallata
La Conca Fallata (che copre un salto di più di quattro metri) è stata inizialmente voluta dai Visconti nel XIV Secolo ma è solo con il dominio spagnolo seicentesco che quest’opera idraulica comincia a prendere forma. Tuttavia, il cantiere deve interrompersi a causa di problematiche legate ai dislivelli, che ne impediscono il completamento.
Per due secoli, infatti, il canale si fermerà alla Conca Fallata, che rimarrà l’unica chiusa fino alla realizzazione della Conchetta. È proprio a causa fallimento del XVII secolo che la pungente ironia dei milanesi conia l’epiteto “fallada” con cui ancora è conosciuta questa.
Il cantiere del Naviglio Pavese viene ripreso in età teresiana: l’imperatrice austriaca Maria Teresa, molto legata a Milano e ben consapevole della sua importanza strategica per l’impero asburgico, intendeva rendere il capoluogo lombardo uno snodo idraulico di prim’ordine tra i grandi laghi del Nord Italia e il mare) Il cantiere viene concluso di fatto in età Napoleonica e, a causa degli stravolgimenti politici dell’epoca, terminato definitivamente e inaugurato con il successivo ritorno del dominio austriaco.
Una particolarità della Conca Fallata è il suo sfruttamento per la produzione di energia, che l’ha caratterizzata già a partire da alcuni decenni precedenti il Novecento; nel 1857 viene infatti inaugurata la Cartiera Binda, posizionata nei pressi della Conca Fallata proprio per sfruttare il salto d’acqua del Naviglio Pavese e del vicino Lambro Meridionale. Alcuni anni più tardi vengono introdotte le due centrali idroelettriche a servizio della cartiera stessa.
Anche la Conca Fallata è stata oggetto di un’operazione di restauro conservativo nei primi anni del Duemila, su spinta dell’Associazione “Amici dei Navigli” e in sinergia con Regione Lombardia e A2A, con il fine di tornare a sfruttare il potenziale energetico del salto, in un’ottica di sviluppo delle energie rinnovabili, oltre che di ritorno alla navigazione del canale (che era stato declassato da navigabile a irriguo). I lavori di riqualificazione hanno avuto tra gli obiettivi il consolidamento della conca, l’eliminazione delle superfetazioni successive e il ripristino delle caratteristiche originali dell’opera.
LE CHIUSE OGGI
Le chiuse sono tuttora presenti lungo i canali navigabili d’Italia e del tutto il mondo: se le tecniche costruttive e i materiali si sono indubbiamente evoluti, il principio alla base rimane quello elaborato da Leonardo da Vinci. Con la ripresa della navigazione sul Naviglio Pavese, la Conchetta e la Conca Fallata sono tornate ad essere funzionanti come un tempo.
Oltre alle conche milanese lungo il Naviglio Pavese, ce ne sono altre su tutti i nvaigli lombardi e non solo. Naviglio Pavese, Naviglio Grande, Naviglio Martesana, Naviglio di Bereguardo, Naviglio di Paderno e Canale Villoresi, sono tutti caratterizzati dalla presenza delle chiuse.
Le conche di navigazione sono tuttora utilizzate, in giro per il mondo, anche in corsi d’acqua quali, per esempio, il Canale di Panama, il Canale di Suez e il Canale du Midi in Francia.
Matteo Lorenzo
Architetto - Progettazione Territoriale - Scheda per EVF