Skip to content

Storia del Territorio e sue trasformazioni

Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili, una storia di Milano e oltre Milano

Sommario

Storia del Territorio e sue trasformazioni ( Basso Milanese Sud Est Milano )
Storia del Territorio e sue trasformazioni ( Basso Milanese Sud Est Milano )

Mediolanum, la città al centro della pianura. Quante volte abbiamo sentito parlare di Milano e dell’antica Mediolanum in questi termini a partire dall’origine del suo nome? Tale interpretazione, la quale si rivela quella giusta in un mare di tradizioni che rimandano l’etimo del topononimo ad altre origini e sulle ragioni delle quali non ci soffermeremo qui, richiede, tuttavia, un approfondimento che ci permetta di cogliere pienamente il senso storico e geografico di un toponomi che mai fu tanto azzeccato.

Se osserviamo la posizione della città su di una cartina abbastanza ampia da farci scorgere l’intera regione al centro della quale essa sorge, non possiamo non notare come essa sia ubicata quasi a metà strada fra il Ticino ad ovest e l’Adda ad est, nonché fra gli Appennini a sud, le cui ultime propaggini finiscono per stendersi sulla fertile bassa pianura in provincia di Pavia, e le Prealpi e le Alpi a nord, il cui severo e maestoso profilo, con le inconfondibili Grigne e il Resegone, sovente si può scorgere alle spalle dei moderni grattacieli meneghini.

Un punto centrale, dunque, che si pone come elemento di convergenza e, contemporaneamente, di irradiazione di percorsi viari, siano essi di terra o fluvio- lacuali, in ogni direzione. Ma c’è di più: se alla cartina geografica sovrapponiamo una cartina geologica, ci accorgiamo di un altro fatto: Milano si sviluppa precisamente lungo la cosiddetta “linea delle risorgive”, ossia presso il punto di contatto fra l’alta pianura, caratterizzata da un terreno ghiaioso che dà vita ad un paesaggio maggiormente brullo e la bassa pianura, la cui natura argillosa delle terre rende queste ultime umide e più adatte all’agricoltura. Nel punto in cui l’alta e la bassa pianura si toccano, le acque sotterranee che dalle Prealpi scendono al disotto del terreno ghiaioso, profondamente permeabili, incontrando il terreno argilloso e impermeabile, fuoriescono dando vita ad innumerevoli risorgive, quelle polle d’acqua che gli umani, nel corso dei secoli, già forse in età preromana, hanno iniziato a utilizzare creando i cosiddetti “fontanili”, ossia dei punti di captazione delle acque laddove esse fuoriuscivano. Grazie all’irreggimentazione di tali acque ed al loro utilizzo razionale, il territorio conoscerà uno sviluppo agricolo tale da rendere il sud Milano una delle aree più fertili del Pianeta insieme al delta del Mekong. Tale processo culminerà nel pieno medioevo con lo sviluppo delle marcite, ossia il sistema di allagamento superficiale dei prati grazie al quale essi potevano venire preservati dalle gelate invernali, permettendo così di ricavare un numero anche sette volte superiore di foraggio, rispetto ai sistemi ordinari, che andrà ad alimentare le mucche il cui latte è all’origine della grande invenzione dei monaci dell’ Abbazia di Chiaravalle, il Grana Padano.

Oltre a ciò, non dobbiamo poi dimenticare che almeno dall’età romana – quando l’ Olona viene deviato all’altezza di Rho per poter entrare nel centro abitato, dove prenderà il nome di Vepra sino ad un certo tratto e poi di Vettabbia ( termine derivato probabilmente dall’aggettivo latino “vectabilis”, riferito ad un canale su cui si puà trasportare merce)- il territorio milanese è interessato anche dallo sviluppo di una viabilità fluviale in grado di metterlo in comunicazione, attraverso le vie d’acqua della pianura padana, con mondo adriatico e mediterraneo. A partire da dal primo reticolo preromano e romano , con il grande decolle medievale e moderno della città, lo sviluppo del sistema dei Navigli, dapprima il Naviglio Grande, a seguire la Martesana e il Naviglio Pavese, faranno sempre più di Milano una vera e propria città d’acqua che solo la miopia delle classi dirigenti del primo novecento, in ossequio alla nuova civiltà dell’automobile, riusciranno, seppur parzialmente, a cancellare. Rimangono, testimoni per fortuna non mute, di altri tempi ed altri spazi, le grandi abbazie che si svilupparono a partire dal XII secolo intorno alla città, due delle quali ubicate entro i confini dell’ Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili, la già citata Chiaravalle, la cui torre, la celebre “Ciribiciaccola”, troneggia col suo rosso-arancio che si staglia fra il verde dei prati e l’azzurro del cielo, e l’Abbazia di Viboldone, poco lontana da San Giuliano Milanese, con i suoi affreschi e la sobria bellezza del cotto, non lontana dall’omonima frazione che tuttora conserva i tratti distintivi tipici del borgo rurale milanese.

In sintesi, il territorio milanese, e in particolare il sud  Est Milano, presenta una ricchezza ed una complessità storica, geografica e ambientale per molte e molti, forse, insospettabile: se già il territorio comunale costituisce il secondo comune agricolo d’ Italia, la città metropolitana, e in particolare il sud-est milanese, danno vita ad un’ulteriore e connessa cintura verde che nel futuro si rivelerà strategica per la pianificazione di un nuovo e più attento sviluppo sociale e economico.

Oggi, in un tempo in cui la crisi climatica si manifesta in maniera inquietante e la nuova sensibilità ecologica è sempre più diffusa, è venuto il momento di tornare a valorizzare quella città d’acqua che, all’improvviso, quando meno ce lo aspettiamo, emerge qua e là in un canale di periferia, in un fontanile, in uno stagno ricavato da qualche cava dismessa, una città ed un territorio che, forti di un passato trimillenario, proprio grazie ad esso potranno affrontare in maniera sostenibile il futuro.

I particolari e le caratteristiche dei Comuni di pertinenza territoriale di Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili

La porzione di territorio all’angolo sud est della Città storica comprende una interessante moltitudine di piccoli borghi, insediamenti rurali dalle origini antiche e cascine storiche. Innanzitutto il substrato celta, per la massima parte ancora da indagare e, soprattutto, da comprendere, forma la base caratterizzante, rimasta fortemente rurale e su cui si è andata a strutturare la campagna in epoca romana, con la sua centuriazione. Il passaggio dal paganesimo al cristianesimo ha visto la nascita di numerose e variegate comunità religiose che si sono adattate ai luoghi di culto preromani e romani facendoli propri, con uno sviluppo nell’acquisizione di terre coltivabili, ben leggibile a partire dal Catasto di Carlo VI (Teresiano). Il territorio è innanzitutto caratterizzato dal medio corso del Fiume Lambro, da canali e da numerose risorgive e fontanili.

Pantigliate

toponimo attestato nell’anno 859 Panteliate, deriverebbe dall’antico personale latino Pantilius, con il suffisso -ate che indica appartenenza. Dal Catasto di Carlo VI si rileva la probabile esistenza di un dùn verosimilmente celta a pianta circolare, leggibile fino a qualche decennio fa, prima della costruzione del centro residenziale. Degno di nota è il ritrovamento della dracma insubre e reperti d’epoca romana. Nella Relazione del PGT del 2013 (p. 8) si legge: «Il sistema territoriale individuato dal PTR e in cui rientra il territorio di Pantigliate è quello della “pianura irrigua” caratterizzato in particolare da una elevata qualità paesistica frutto di secolari bonifiche e sistemazioni idrauliche». Di grande interesse sono i suoi mulini storici.

San Giuliano Milanese

in epoca romana il territorio era attraversato dalla via Mediolanum-Placentia, lasciando intendere che vi erano insediamenti già in quell’epoca. Il suo sviluppo avviene, comunque, in epoca medievale attorno alla Pieve omonima. Il seicentesco Palazzo Brivio, presente nella frazione Rocca Brivio, è costruito sulle fondamenta di un castello del XIII sec., pur non escludendo il sedime di un castrum stativo; nel 1515 è sede del quartier generale francese nel corso della “Battaglia dei Giganti”.

San Donato Milanese

i ritrovamenti archeologici indicano che l’area era abitata in epoca preromana, così rimanendo anche successivamente, grazie al passaggio della via Mediolanum-Placentia. È attestata la presenza longobarda e la probabile nascita del borgo è di questo periodo o, comunque, entro il X secolo. L’area di Cascina del Bosco, curiosamente a forma ellittica partita internamente da assi tra loro normali (forse cardo e decumano) è indicata come probabile nemeton celta.

Locate di Triulzi

certamente esistente in epoca medievale, è menzionato nell’anno 836 come “Curtem Leocadam” e nell’851 come Laucate. Conserva a testimonianza i resti del castello della Famiglia Trivulzi. Il luogo doveva essere comunque noto da lungo tempo almeno per via della sorgente, la cui acqua era considerata “curativa”, sulla quale poi è sorto il santuario di Santa Maria alla Fontana.

Opera

località nota come “locus ovari” nel XIII sec. (Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, 293), indicherebbe in origine la presenza di un non ben identificato opificio. Si registra la presenza degli Umiliati nel medesimo periodo.

Pieve Emanuele

i ritrovamenti archeologici indicano che l’area era abitata in epoca preromana, mentre la prima attestazione scritta è del IX sec., nel diploma autografo di Lotario I, conservato nell’Archivio di Monza. Nel XII sec. i monaci Cistercensi intraprendono la bonifica del territorio regimentando le acque di superficie (o rimettendo in opera le antiche canalizzazione e scavandone di nuove, ripristinando le marcite).

Melegnano

il toponimo è documentato nel XIII sec. dalla menzione hospitale Maregniani” (Lib. Not. 234) di verosimile origine latina, dal gentile Marinius, da cui Marinianus, nome ancora presente nel XVI sec. e rimasto alla storia per via della famosa “Battaglia di Marignano” o “Battaglia dei Giganti” del 1515. I ritrovamenti archeologici attestano la presenza celta al IV sec. a., probabilmente relativa ai Galli Ambroni; certamente vi erano insediamenti d’epoca romana. Il passato medievale è ben attestato dal Castello fatto erigere da Matteo I Visconti nel XIII secolo sui lacerti di una preesistente architettura fortificata. Contrariamente a quanto si è sostenuto per tradizione e basandosi sul Catasto di Carlo VI, il castello era un quadrangolo completo e provvisto di una ulteriore cortina esterna con torri rompitratta. Il borgo fiorisce certamente nel Rinascimento.

Carpiano

i ritrovamenti archeologici risalirebbero al VI sec. a.; il toponimo deriverebbe dal personale Carpius, ma è attestato al sec. XIII con la menzione del nome Carpianus (Lib. Not.). Un castello visconteo del XIV sec. è trasformato in edificio religioso fortificato nel XVI sec. Le numerose cascine attestano la vocazione agricola.

Vizzolo Predabissi

il toponimo lo attesta all’anno 926 “Vicotzolus” e nell’anno 1032 è noto come “Viconolo”; il tutto derivante da “vicus”, ovvero, genericamente, un insediamento privo di difese.

Dresano

toponimo attestato al 972 “Darexanum”. Vi sono i lacerti architettonici di un convento di monaci Benedettini.

Colturano

nel XIII sec. è indicato come “loco Colturano” e il toponimo è verosimilmente una formazione aggettivale dal latino “cultura”, ovvero coltivazione o “luogo a coltura”. L’antica vocazione contadina rimane evidente.

Tribiano

il toponimo è una formazione di tipo prediale, da un gentilizio latino Trebius con il suffisso aggettivale -anus; in epoca antica era attraversato da una importante carreggiabile, la Via Regina.

Peschiera Borromeo

attraversato dalla Via Regina, collegante la Valle di Chiavenna con il porto fluviale di Cremona, è comunemente noto per il castello medievale, fatto costruire da Vitaliano Borromeo nel 1432. Nella frazione Longhignana è riconoscibile una struttura medievale fortificata, probabilmente anch’essa voluta dalla Famiglia Borromeo, oggi inglobata in una corte chiusa.

Mediglia

si suppone che il toponimo derivi dalla forma personale femminile del nome “Metilius”, riscontrato in due lapidi milanesi; il tutto farebbe risalire almeno all’epoca romana il popolamento dell’area.

Mulazzano

il toponimo è presente già nel 972 “Mulacianum”, derivante da un gentilizio o da un personale romano. Nel XVI sec. è ben presente e il feudo è oggetto di vendita. L’edificio più antico oggi esistente è Villa d’Adda, risalente al XIII secolo.

Settala

il toponimo, attestato al XIII sec., potrebbe risalire al latino “septalis” o “saeptaria”, da saeptum che vuol dire siepe, recinto, intendendo un aggregato di campi cintati. Dal toponimo deriverebbe il nome della famiglia, abitante o proprietaria, Settala. Vi sono numerose risorgive.

Rodano

voce verosimilmente preromana, indica un territorio facente parte del Parco Agricolo Sud di Milano istituito dalla Regione Lombardia nel 1990. Le Sorgenti della Muzzetta sono in condivisione coi Comuni di Pantigliate e Settala, indicati come “area protetta” dalla Comunità Europea (SIC, inserito nel Piano Natura 2000).

Merlino

il toponimo potrebbe essere di origine romana, poi feudo dei Conti Merlino nel XIV sec. In Frazione Marzano presenta un’architettura difensiva del XVII sec. fatta costruire sui lacerti di un precedente edificio fortificato; esiste inoltre un edificio agricolo fortificato, risalente al XV sec.

Paullo

già in epoca romana il territorio era abitato; il toponimo derivante da palude, identifica il luogo bonificato dai monaci Benedettini nel XII sec. Oggi è uno dei 61 Comuni facenti parte del Parco Agricolo Sud Milano.

Zelo Buon Persico

nell’836 è menzionato come “loco et fundo Agello”, lasciando intendere che vi fosse un “campicello” o più verosimilmente “podere”; “buon persico” potrebbe essere la corruzione di “Gomperticum”. Nell’antica frazione di Bisnate esiste un fabbricato rurale incorporante i resti di una architettura fortificata riconducibile almeno al XIV-XV secolo.

Municipio 4

oltre a Morsenchio, raggruppa i territori dei Corpi Santi di Porta Romana, Porta Venezia, le frazioni Casa Nuova e Cavriano di Lambrate, la frazione Nosedo del Comune di Chiaravalle Milanese e la frazione Trivulzo di San Donato Milanese. Comprende inoltre la località di Monluè, da “Montelowario” o “Monte Lupario”, attestato al XIII sec.; il borgo rurale è sorto attorno all’abbazia di San Lorenzo, fondata nel XIII sec. dagli Umiliati di Santa Maria di Brera.

Municipio 5

ha una superficie di 2.987 ettari occupata nella porzione inferiore dai campi del Parco Agricolo Sud. Si apre a ventaglio sui territori un tempo appartenenti ai Corpi Santi di Porta Romana, Porta Ticinese e Porta Vigentina, nonché ai Comuni di Chiaravalle Milanese e Vigentino, con Quinto Sole e Vajano Valle uniti a Vigentino nel 1869; ai Corpi Santi di Porta Ticinese appartenevano anche le antiche località di Gratosoglio e Tre Ronchetti. Nel territorio sono emerse tracce del passato celta e romano, che meriterebbero più attente e puntuali indagini archeologiche di tipo stratigrafico.

Skip to content
Skip to content