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La Tribù

La Tribù - Progetto di Ecomuseo Vettabbia Fontanili
Progetto "La Tribù": Ascoltare la Terra, custodire il domani
La Tribù - Progetto di Ecomuseo Vettabbia Fontanili

Nell’estate del 2022, presso l’Ecovillaggio Albero della Vita a Camugnano, è stato organizzato dalla Fattoria didattica un campeggio che ha ospitato bambini e adolescenti con l’intento di far vivere loro un’esperienza nuova, legata alla tribù. Dall’ispirazione dei disegni prodotti dai giovani campeggiatori ne è nato un libretto: la Tribù.

È emersa una storia semplice che riporta il lettore indietro nel tempo, a quando la tribù rappresentava la forma associativa degli antichi popoli indiani. Un’epoca in cui l’essere umano percepiva ancora un intimo legame con la madre terra e lasciava che lo Spirito, grazie a un sentire più profondo, guidasse il suo viaggio in questa esperienza.

Da questa attività che ha coinvolto i bambini nasce il Progetto Tribù di Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili e la ricerca degli insegnamenti dei nativi americani.

Cosa succederà nel mondo e agli abitanti di questa terra? Perché gli uomini si comportano in maniera così tremenda verso il pianeta che li ospita e i suoi abitanti?

Nessuno sa cosa accadrà ma abbiamo compreso che il suo futuro è nelle nostre mani. Siamo responsabili.

Le Istruzioni per vivere in armonia, nella bellezza e nella felicità ci sono state date ma forse le abbiamo dimenticate. Non riconoscendo più la nostra vera natura, il posto e la funzione che occupiamo all’interno della Creazione ci dimentichiamo di essere una famiglia, interconnessi non solo tra noi ma con tutto quello che esiste.

 

Là fuori è NOI.

Certo, abbiamo regole culturali, ci vengono insegnati i comandamenti dalle nostre religioni, le leggi della terra ma esistono le Istruzioni innate, su come comportarsi nella logica che siamo noi la Creazione? Si esistono.

  • “Guarda l’erba, sa come deve crescere, quanto deve essere alta e di quale tonalità di verde. Non cerca di essere un pino.”
  • “Il melo non tenta di fare ciliegie, continua a produrre mele perchè quelle sono le sue Istruzioni.”
  • “Un castoro sa tutto su come abbattere alberi e realizzare dighe e non vuole correre insieme ai lupi.”
  • Solo l’uomo è confuso. Eppure quelle Istruzioni sono nel nostro sangue, nelle cellule, nel Dna.

Vi sono tre modi per impararle.

Il primo è apprendere il funzionamento della Creazione attraverso l’osservazione della Natura.

Il secondo è cercare dentro di noi, perché il Creatore è anche lì.

Il terzo consiste nello stare insieme, imparare gli uni dagli altri e dagli antenati le rivelazioni ricevute attraverso l’osservazione e la meditazione.

Narrando storie e intonando canti, condividendo la comune saggezza, accresciamo il nostro sapere e potremo tramandare alle generazioni future.

Sappiamo che è esistita un’età dell’oro, in cui le persone vivevano felicemente. La loro gioia non stava nel possesso, nella posizione, nel potere ma nella reciprocità, nel calore e nella vicinanza dei cuoi, nell’umorismo e nella risata, nei racconti degli anziani, nel gioco dei bambini che crescevano, nel fare ciò che era necessario con attenzione e nella bellezza della Terra in tutte le stagioni.

La Tribù - Progetto di Ecomuseo Vettabbia Fontanili

È ora, scegli una posizione all’interno del cerchio, ascolta l’altro con rispetto e sii grato per ciò che sta per accadere.

Il Cerchio è una filosofia contro la violenza.

Le persone possono riunirsi in un cerchio per prendere decisioni, per esprimere sentimenti, per fare chiarezza: il cerchio è una modalità di vita. È una filosofia che, in una società sempre più violenta, può fare la differenza. Perché dopo aver realmente ascoltato chi hai di fronte, è difficile provare odio. Quando comprendi le ragioni intime dell’agire altrui, le ideologie passano in secondo piano. E a rifletterci, il più grave deficit del nostro tempo è l’incapacità di comprendere e ascoltare. E quando questo accade, quando non ci si ascolta, non può che esserci conflitto.

Il Cerchio ha le proprie regole. La prima: nessuno può interrompere chi ha la parola. E questo, a pensarci, non è per nulla scontato.

La seconda: quando prendi parola, esprimi i tuoi sentimenti senza giudicare. Né te stesso né gli altri. Dunque non accusare nessuno, manifesta solo il tuo stato d’animo. Parla solo di quel che senti quando accadono le cose. Sii gentile.

Terza regola: nel cerchio puoi portare qualunque esperienza ti abbia toccato. Perché ogni esperienza che ci ritroviamo a vivere porta con sé il proprio carico di emozioni e soffocarle è pericoloso: è più utile esprimerle in modo da dare loro un significato. Non è vero che nessuno ci comprenderà: là fuori nel mondo ci sono milioni di persone pronte a capire.

Quali le Istruzioni originarie? Scoprile con noi!

  • Il rispetto: qualunque sia la nostra posizione, se non rispettiamo la nostra casa, il pianeta Terra ed il suo funzionamento, contribuiamo alla distruzione della vita, tutta la vita, compresa la nostra. Gli umani hanno il dovere di rispettare quello che non hanno creato.        .
  • Il patto del cerchio è rispettarsi l’uno con l’altro. Questo ha un profondo impatto, crea uno spazio sicuro di fiducia e comprensione, dove è possibile per tutti intravedere una via per cercare di guarire le ferite del bambino, nascosto in ognuno di noi. Inoltre, mostrando rispetto riconosciamo che ciò che rispettiamo è sacro, una parte rilevante della Creazione.
  • Il cerchio, ovvero la relazione: tutta l’esistenza è relazione, niente è separato, nessuno è solo. Noi siamo in rapporto con la Creazione. Per noi intendiamo, io, tu, la Terra, il Sole, le Stelle, che di fatto sono tutti rotondi e si muovono in cerchio, come i vortici e i cicloni del vento e dell’acqua, che agiscono a spirale. Ricreiamo piccole comunità in grado di cooperare, la natura umana si è sviluppata in questo modo. La comunità, la tribù, il villaggio erano il centro, il cuore, lo spirito della vita. Mettiamo al centro della relazione i bambini.
  • Il ringraziamento: la vita è un dono che continua a ripetersi. Spesso lo diamo per scontato, come acquisito, tutti i doni che riceviamo dalla terra, dagli animali, dalle piante e dagli altri esseri umani: cibo, casa, carburante, vestiti, medicine, tutto ciò che abbiamo bisogno per la nostra sopravvivenza e più.
  • La consapevolezza: vuol dire essere presenti in ogni momento, pensiero e azione, con rinnovata attenzione di camminare con sacralità il nostro percorso. Osservare la realtà vuol dire non colorarla con i nostri pregiudizi, opinioni, idee, emozioni ed interagire con la vita in modo equilibrato. Possiamo contemplare il funzionamento dei nostri corpi, cosa avviene nella mente, dare attenzione alle emozioni, entrare in relazione con le forze che agiscono la Creazione. Si tratta di una consapevolezza che non appartiene al pensiero logico-razionale.
  • L’umorismo: la saggezza profonda vede l’umorismo dovunque, anche nella tragedia. Umorismo significa espansione della consapevolezza se guardato oltre i condizionamenti limitanti.
  • L’onestà: l’ingrediente fondamentale in tutte le relazioni è l’affidabilità. La fiducia garantisce il buon funzionamento della società, comunità e famiglie.
  • L’umiltà: che cambiamento profondo avvenne quando l’uomo cominciò a credere di essere superiore a qualsiasi altra manifestazione della Creazione? Eppure vi era un tempo in cui si era figli amorevoli della terra.
  • La generosità: viviamo il successo dell’uomo in base alla somma che guadagna. Se ci si concentrasse sui doni ricevuti anziché sulle nostre miserie, con disciplina, potremmo non solo sviluppare il nostro talento, usarlo e trasmetterlo, come dono ricevuto dalla vita. 
  • L’ospitalità: è il comportamento che ci permette di viaggiare sicuri attraverso il mondo, di conoscere altri popoli e culture, avvicinarsi a loro, aprire cuori e menti e riconoscere l’innata bontà degli esseri umani.
  • La saggezza: il meglio che possiamo fare con l’altro, animale o essere umano, grande o piccolo che sia, è toccarci, essere vicini e comunicare con gli occhi, l’espressione del viso, i suoni, le mani, i corpi e le menti.
  • Il coraggio : coraggio significa fare la cosa giusta. Le uniche ragioni veramente morali sono la compassione, la gentilezza e l’amore per tutta la creazione.
  • La bellezza: la bellezza è verità. Ha a che fare con l’energia sacra, lo splendore, l’eternità, la divinità, il fulgore, la sorgente, la provenienza.
La Tribù - Progetto di Ecomuseo Vettabbia Fontanili

Ed ora, osserviamo i neonati ed i bambini ed apprendiamo da loro. Pazienti per tutti i nove mesi nel grembo materno, sono compiaciuti di essere qui, entusiasti di essere vivi. Si può osservare un scintillio nei loro occhi. Interagiscono con l’ambiente e ne godono attivamente. Sono attivi, desiderosi di agire e divertirsi, vogliono giocare. Sono curiosi, teneri, creativi, non c’è l’idea della proprietà e del possesso. Ridono molto, soprattutto quando si gioca con loro. Sono completamente aperti all’incontro, non hanno aspettative, solo curiosità. Fino a quando non si sentono minacciati, sono completamente fiduciosi. Sono sinceri, imparano a  quando cominciano a temere le conseguenze della verità. Sono spontanei e immediati nell’ esprimere anche altri sentimenti. Vogliono comunicare ed essere compresi. Se si sentono amati sono gentili, premurosi, amorevoli con i genitori, i fratelli, i membri della comunità e gli animali. Hanno un forte desiderio di creare, cantano, ballano, raccontano storie, creano oggetti.

Le caratteristiche umane negative come l’avidità, l’ingordigia, la pigrizia, la violenza, la dissimulazione, la distruttività, l’odio, da dove vengono? Queste caratteristiche iniziano a svilupparsi dopo che il bambino ha incontrato le critiche e le reazioni degli adulti ai suoi desideri innocenti e di entusiasmo. I bambini possono subire ferite senza avere un sostegno amorevole per poterle guarire. Se un bambino ha vicino persone che lo aiutano a superare gli inevitabili traumi, non porterà queste emozioni negative nella vita. Se si vive in cerchio vi sarà sempre una persona amorevole a portata di mano del bambino per ascoltarlo con compassione, rassicurarlo che ha solo bisogno di esprimere le sue emozioni e il dolore passerà. Questo consentirà loro di dimenticare velocemente gli eventi negativi e a passare oltre per comprendere che la vita è benevola nonostante quel momento buio. Senza una guida è possibile che il momento si dimenticherà, annidandosi tuttavia nel subconscio e quando riaffiorerà si sentiranno soli e confusi, accumulando le ferite che li avvelenano da dentro con emozioni, pensieri negativi e comportamenti distruttivi.

Un bambino nato in una comunità di persone premurose e pacifiche che si rispettano e si assistono a vicenda e che lo accoglie gli permetterà di essere sicuro di poter essere sé stesso e di esprimersi liberamente, animicamente. Mostriamo cosa in loro c’è di meraviglioso e trasformeremo noi stessi.

C’è molto da imparare in un cerchio: dagli Insegnamenti dei Nativi Americani.
(Manitonquat)

Giada De Marni – EVF