Skip to content

Le mani e la gestualità dei bambini: “da Leondardo da Vinci a EVF”

Siamo al Laboratorio di “Anche a Leonardo basta un panino”, un campus estivo che Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili ha organizzato in collaborazione con il Centro Studi Oikos Di San Donato Milanese.
Un laboratorio solo per bambini?
Credo proprio di no. Quando si assiste ad un laboratorio, diversi possono essere gli intenti che ci si prefigge. 

Se non si definiscono obiettivi, ci si può lasciare trasportare e cogliere dove va la nostra attenzione. C’è sempre qualcosa da apprendere, non solo da insegnare.
Oggi ho appreso molto.
La mia attenzione è andata dapprima sulle mani, sull’armonia che si celava dietro allo sfogliare le pagine del libro di “Leonardo e la penna che disegna il futuro” ed in seguito alla gestualità adottata dal gruppo, alla ricerca del senso che governava quel fare sincronico.

In un mondo in cui nulla è al caso, comprendere la corrispondenza che si cela dietro ai movimenti delle mani, mi ha permesso di afferrare come vi sia una correlazione tra il creare bellezza o meno e l’espressività della gestualità umana.
E’ proprio un afferrare, come un definire ciò che è, senza alcun dubbio di sorta.
C’è una specificità che si esprime nella nostra personale gestualità e postura, spesso inconscia, che trova affinità con quella che adotta tutto il gruppo e segue il ritmo dello stesso.
Vi è un fine ultimo in questi movimenti spontanei? Sembrerebbe di si.

Dapprima chiusi ed introversi ed anche un po’ assonnati, ecco un manifestarsi finale opposto, curioso, partecipativo e costruttivo.

Una serie di passaggi ha determinato quel fare: una scelta, un piccolo sforzo, attenzione e azione. Al tutto aggiungiamo un fluire. Sembra siano passaggi scontati ma sono proprio quelli che anche da adulti più ci limitiamo al cambiamento.

Cosa ci consente di trasformare la postura e la gestualità che esprime un’infinità di nostre realtà? Il senso dell’esperienza.

Le mani sono il simbolo della fratellanza, dell’amore, indicano sostegno, coesione, intento in azione, ma non solo.

Osservare le mani connesse con il corpo vuol dire quindi non solo cogliere come l’azione si esprime nello spazio tempo ma osservare lati della personalità, chiaroscuri comunicativi, emotivi, creativi. Mani che si espandono, che racchiudono o contengono, dita curve, rilassate o allineate, perentorie ed incisive, mani rigide, giocose, agili, titubanti, caotiche… una rappresentazione in continuo movimento.

Espressioni variopinte in colori multietnici, esprimono il mondo sensuale, mani che talvolta possono tendere alla prevaricazione, ad un gioco troppo pervasivo, a tratti anche un po’ violente, azioni espressive che parlano di noi, della nostra relazione con le figure di accudimento che mostrano il nostro bisogno di sostegno materno o paterno, della nostra incapacità di comunicare, di cosa può incupire o spaventare, del nostro afferrare o allontanare concetti, vedere con lucidità o di come possiamo sentirci nel mondo, manipolati o liberi.

Le mani sono l’ombelico che ci collega all’esterno, un primordiale istinto che ci porta dapprima a sentire, a interagire, il nostro primo contatto corporeo, il portare dentro di noi sensazioni, cose, emozioni, sapori.
Un peregrinare di sfaccettature quindi, un viaggio continuo alla scoperta di superfici, toni, energie che si frappongono.
Ci sono mani che ci portano giovamento, curative, lenitive, mani in grado di ascoltare ed altre che hanno la capacità di creare e disfare, apprendere e insegnare, o afferrare.

Gestualità Bambini - Mani - Ricerca di EVF
Inquadra il QR CODE e GIOCA alla ruota. Scopri cosa uscirà per te !!

E vi sono mani meravigliose, che accolgono l’energia dell’espressione umana e riescono a trasfigurare la bellezza di questa nostra esistenza… come quelle di Leonardo Da Vinci, mani che si fanno canale, strumento.

Le mani, tutte le mani, possono essere intese come trasduttori energetici, accolgono informazioni e le trasmettono, alcune le trasformano, le trasmutano. La trasmutazione è energia libera, in movimento, un elevare l’energia verso uno scopo definito, elevato, sottile, spesso impercettibile, guidato da uno Spirito libero. Se vi è un condizionamento inconscio, una chiusura, il fare risulta bloccato, incompiuto, pregno di domande, poche certezze. Un foglio bianco incompiuto è un’intelligenza che si esprime comunque, a suo modo ha un potere espressivo, a volte molto più esaustivo di tanti altri.

È nel palmo che si accoglie il vero atto creativo, un’energia concentrica trasmette ad ogni singolo dito una direzione da seguire e si espande. Le dita sono il veicolo della nostra essenza, un costante passato, presente e futuro in movimento. Da un pollice che ci unisce al mondo materno dell’infanzia, alla nostra nascita, all’indice egoico, al medio ad indicare il mezzo del nostro cammino, il nostro viaggio, le nostre difficoltà, all’anulare simbolo di fede ed unione ed infine al mignolino, come espressione di giocosità e di ritorno alla creatività. Un palmo come un territorio, una città, una famiglia, un io che si esprime fuori dal corpo, una consapevolezza e un potenziale dell’atto creativo che permette di trasformare l’esperienza e di renderla disponibile. Perché è proprio dall’apprendere, dall’esperienza che si fa che si può trasmettere il senso di quella gestualità. La nostra vita è un’opera. Occorre comprendere il teatro per creare un’opera d’arte e rendere la magnificenza della creazione meno viziata, un processo a ritroso, come una gomma che cancella il misfatto ed offre l’incanto della cura.

Gestualità Bambini - Mani - Ricerca di EVF

Giada De Marni

Oggi ho appreso molto. La mia attenzione è andata dapprima sulle mani, sull’armonia che si celava dietro allo sfogliare le pagine del libro di “Leonardo e la penna che disegna il futuro” ed in seguito alla gestualità adottata dal gruppo, alla ricerca del senso che governava quel fare sincronico.